C’è un’Isola dentro tutti noi, verde ed eterna.
Quando Jonathan mi ha proposto di recensire il suo nuovo libro non potevo essere più felice. Quando ho scoperto che si trattava di un dark retelling di Peter Pan ho urlato. Da piccola ero follemente innamorata del film del 2001, l’avró rivisto un milione di volte e se all'inizio avevo una crush per Jeremy Sumpter, crescendo ho visto tutto il fascino di Jason Isaacs nei panni di uncino. Quindi sapere che Jonathan avrebbe riscritto l’Isola che non c’è in chiave dark fantasy aveva già alzato le mie aspettative e posso assicurarvi che non sono rimasta minimamente delusa. Ma prima di iniziare ecco la sinossi:
Tutto quello che devi fare é perderti.
Candice è stata una Perduta, anche se ha dimenticato l’Isola, un mondo oscuro governato da tre divinità. E ha dimenticato il Pan.
Peter è il Re dell’Isola, ma è un dio crudele e selvaggio, i suoi Perduti sono un esercito di guerrieri feroci e lui è disposto a tutto per riavere Candice.
L’Isola non è ciò che sembra e nemmeno Peter, e per salvare quel mondo Candice deve ricordare, costretta a tornare sull’Isola e a diventare la sua Wendy, per ritrovare il fratello che sembra non essere mai esistito.
Aveva occhi verdi come la foresta profonda e affilati come quelli di una belva selvatica.
Si alzò dal trono di legno e scese i gradini con lentezza sensuale, ma i suoi piedi nudi non toccarono mai il pavimento. Rimase sospeso nel vuoto, davanti a Candice.
“Puoi chiamarmi Pan.”
Preparatevi a conoscere Peter come non l’avete mai visto. Mentre il Pan di Barrie era ignaro, nella sua innocenza, della propria crudeltà, questo Peter è un Dio oscuro, pieno di sè, e perfettamente consapevole del dolore che infligge. Anzi, spesso ne trae piacere. La caccia e lo scontro fisico sono per lui fonte di divertimento e non esita a punire con la vita i suoi perduti. Ma nonostante la facciata menefreghista e strafottente anche lui ha un cuore…forse. In parte mi ha ricordato Evan (co-protagonista/antagonista di altre due saghe di Jonathan), e come per lui non ho potuto fare a meno di innamorarmi della sua dualità.
I suoi piedi atterrarono sul suolo in ritardo.
(...) Profumava di notte, di rugiada, di caos.
Pan.
Quello era Peter Pan.
Ed è uno stronzo, pensò Candice.
Candice è impulsiva, testarda, una combattente, nonostante cerchi di rifiutare il ruolo che l'Isola le impone. Una parte di lei ha dimenticato cosa significhi essere bambini. Ha dimenticato l'Isola. Non riesce più a volare ma è decisa a dimostrare il suo valore e a riprendersi il fratello a qualunque costo. E non sarà di certo Peter Pan a fermarla. L'dio e l'attrazione che prova per il Dio selvaggio dell'isola la confondono, e con quella strana magia di mezzo comprendere i propri sentimenti non è un compito facile.
"Io non sono il grazioso accessorio di nessuno."
“Robert…”
“Wilder” la corresse lui. “Sono Robert Wilder. Un pirata. E tu sei una Perduta” sussurrò sul suo volto.
“Noi non dovremmo fare questo.” Abbassò il viso verso la bocca di Candice come se pensasse di baciarla, di farlo davvero. La ragazza che non voleva crescere e il ragazzo che non esisteva.
Candice ha dimenticato l'Isola. Ma non Robert, anche se i suoi ricordi sono frammentati. È sepolto nel suo passato, un'ombra che diventa reale nel momento in cui Robert si presenta in carne ed ossa per metterla in guardia. E se Candice credeva di aver solo immaginato quel bambino che le aveva tenuto compagnia in tanti momenti della sua infanzia, non può negare che c'è qualcosa di profondo che la lega al giovane uomo che è diventato. Ma non tutto è così semplice, perchè l'isola è divisa e reclama una scelta.
"Finalmente. Hook, al tuo servizio" sorrise cordiale a Candice, guardandola con interesse. "Preferisco James o Jae: suonano meno minacciosi. Anche se sono meglio noto come Uncino."
(...) "Ti offrirei la mano, ma... sai com'è"
Se Peter è il Dio del Caos, il Capitano rappresenta l'ordine e la legge. James Hook però è molto più di questo e il suo ruolo viene svelato a poco a poco. La sua vera identità è stata in grado di spiazzarmi due volte e sono curiosa di saperne di più sulla sua storia.
Oltre al Pan e al Capitano c'è una terza divinità che si aggira per l'isola. Non vi dirò chi è, ma ho il sospetto che giocherà un ruolo più grande nel prossimo libro e ho amato il modo in cui Jonathan l'ha portata in vita.
"Chiariamo tre cose: primo, io sono Rabbia.
Secondo, sono il capoclan degli Spettri. E terzo, io vi odio."
Una menzione d'onore va a Jin, Rabbia, Bluebell e Mary. Sono personaggi che ho adorato. Anche se alcuni di loro compaiono poco, hanno trovato un posto speciale nel mio cuore. Jin, o Jingle, è la nostra "campanellino" e come l'originale all'inizio pare avere un caratterino niente male. Andando avanti con la lettura però è chiaro che dietro il sarcasmo e le occhiate silenziose si nasconde un cuore d'oro e lo stesso vale per Rabbia.
Le notti sull’Isolachenonc’è non erano come le notti del suo mondo.
Sull’Isola, in ogni momento sembrava che tutto potesse succedere. Quella notte in particolare.
Visto dall’alto quel regno sembrava ancora più oscuro, e il Territorio delle Stelle non faceva eccezione: una zona dove piccoli isolotti fluttuavano sopra la Foresta, alcuni vicini al terreno e larghi pochi metri, altri abbastanza grandi da ospitare una città scintillante.
Candice non si era aspettata di trovarne una sull’Isola, soprattutto una che galleggiava nel cielo;
ma per quanto la città fosse in alto, loro volavano ancora più in alto, perciò riuscì a vedere bene le strade luccicanti come fiumi di vetro: il colore della Polveredifata che ricopriva le vie come sabbia e riverberava sugli edifici...
Come sempre la scrittura di Jonathan riesce a evocare immagini talmente vivide da farmi venir voglia di sottolineare tutto il libro per poi provare a illustrarlo. Amo i mondi che crea e l'Isola non fa eccezione. Anche qui troviamo qualche riferimento ad Alice nel Paese delle Meraviglie, ma è l'opera originale di Barrie ad avere un ruolo chiave, non solo in quanto retelling ma anche perchè viene citata dai personaggi stessi. Barrie infatti è stato un tempo un Perduto e nel libro è la sua versione ad essere un interpretazione della realtà ben più cruda dell'Isola. Perciò non vedo l'ora di continuare a esplorare questa terra impossibile e selvaggia. Soprattutto dopo il cliffhanger finale!
“La purezza non è né buona né malvagia. È solo incontaminata. Non ammette condizioni. Può essere crudele. La purezza può perfino uccidere.”
La trama scorre veloce e tanti sono i plot twist. È un libro che ti aggancia e ti trascina fino alla fine senza renderti conto di star trattenendo il fiato. Essendo un Dark Fantasy non mancano l'enemies to lovers e la componente "smut", che trovo sia stata gestita molto bene e senza scadere nel cringe (cosa che mi capita spesso quando leggo smut in italiano). Ciò nonostante la parte romance non è predominante e la trama è ben costruita.
“Sarebbe così terribile se io volessi questo?” sussurrò il Pan.
“È più difficile non fidarti di qualcuno che ami o amare qualcuno di cui non ti fidi?” sussurrò.
Se amate Peter Pan e i retelling questo libro fa decisamente al caso vostro. Ma consiglio la lettura anche a chi cerca un mondo oscuro in cui perdersi e personaggi moralmente grigi per cui fare il tifo. Una volta messo piede sull'Isola vi assicuro che rimarrete incollati alle pagine. Siete pronti a perdervi?
Fatemi sapere nei commenti se conoscevate questa storia o se vi ho incuriositi! E voi? Team Peter o team Robert?
“Nel sangue, nell’albero, nei sogni. Per l’Isola!”
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